CREUZE n 21 - Editoriale - La “grande bruttezza” - di Pietro Tarallo
Fino a quando il Bel Paese si potrà ancora chiamare così?
E Il Golfo Paradiso fino a quando conserverà questo nome appunto paradisiaco e celestiale? L’Italia devastata dall’Ilva a Taranto, dalla camorra responsabile del disastro epocale della Terra del Fuochi in Campania, dalla diossina di Seveso in Lombardia, dalle frane e dalle alluvioni agonizza stravolta dalla morsa del degrado ambientale. Chi dovrebbe tutelarla e difenderla la saccheggia rubando i soldi e i beni comuni di tutti noi. L’ex ministro all’Ambiente Corrado Clini
è stato interrogato per un’inchiesta sul riciclaggio internazionale di denaro per i soldi trovati in un conto cifrato alla Ubs di Lugano ed è agli arresti domiciliari. L’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni pare abbia preso mazzette per il faraonico progetto del Mose mai finito. L’ex senatore Luigi Grillo, che ha piazzato i suoi protetti/e un po’ ovunque, e l’ex ministro Claudio Scajola, che hanno favorito la cementificazione rispettivamente del Levante e del Ponente della LIguria, sono stati colti con le mani nella marmellata e sono finiti in galera. Come pure Giovanni Berneschi, gran patron della Cassa di Risparmio, affetto da bulimia di accumulo di denaro.
Tutte le grandi opere puzzano di marcio e di corruzione. Expo milanese compresa. A livello locale la situazione non è molto dissimile da quella nazionale. La discarica di Scarpino sversa percolato nei terreni attorno. Piogge e frane nei mesi scorsi hanno messo in ginocchio il nostro territorio già così fragile e a rischio idrogeologico. Gran parte del Ponente, ma non solo, è sotto il tallone dell’ndrangheta calabrese e dalla mafia siciliana.
I risultati delle elezioni amministrative del 2013 e 2014 nei nostri Comuni non fanno ben sperare in un sostanziale cambiamento di rotta che metta la salvaguardia dell’ambiente ligure in primo piano. Pieve, Camogli, Chiavari, Lavagna, e ora Recco e Rapallo hanno visto la vittoria delle liste civiche di centro destra poco sensibili alle tematiche ambientali e sostenitrici del “partito del cemento”. Per fortuna ci sono due eccezioni. A Uscio la lista “Coraggio e Trasparenza–Uscio di Tutti”, guidata da Giuseppe Garbarino, si è imposta con largo margine, ponendo al centro del proprio programma il cambiamento e la tutela ambientale.
A Sori la lista Sori 2020, dove una lista con volti nuovi di persone giovani e con molte donne, guidata dal neo sindaco Paolo Pezzana, ha saputo fare sue le richieste legittime del Comitato giù le Mani da Rio Cortino e ha vinto sconfiggendo il gruppo di potere che governava Sori da decenni. Vedremo se manterrà le promesse fatte e gli impegni presi con i Soresi. E non segua l’esempio di Luca Pastorino, sindaco-onorevole del PD di Bogliasco, si è fatto condizionare dalle scelte delle amministrazioni di centrodestra che lo hanno preceduto e ha consentito che l’ecomostro del fondovalle vedesse la luce. Oggi è sotto gli occhi di tutti. Inquietante. Le acque del Rio Sessarego scorrono ai suoi piedi, imbrigliate da argini di cemento armato costruiti appositamente. Chissà cosa faranno le acque in caso di grandi piogge, travolgeranno tutto fino a distruggere anche il Ponte Romano più a valle? Non vogliamo fare le Cassandre ma il rischio è reale. L’opera di denuncia e di sensibilizzazione di memorie&progetti e dei Comitati della Rete per l’Ambiente continua dalle pagine di questo giornale, dai convegni organizzati, come quello tenutosi a Camogli il 24 maggio (vedi pag. 11). E ora anche con un nuovo strumento: l’Osservatorio del Paesaggio del Golfo Paradiso (vedi pag. 4). Sul suo sito chiunque potrà mettere fotografie e schede esplicative di edifici, frammenti di paesaggio, monumenti storici, alberi e seguirne l’evoluzione e le trasformazioni attraverso il tempo. Solo l’impegno collettivo potrà arginare l’avanzata del cemento e il consumo del nostro territorio.